Ceylon, la patria dell’infuso che esporta in tutto il mondo. Lo Sri Lanka da sempre è ricordato per questo sua caratteristica ed effettivamente la produzione di tè costituisce buona parte dell’economia interna. Le piantagioni – una volta tristemente note per sfruttamento e storie di povertà – oggi diventano occasione di virtuosi progetti di sviluppo del fair trade: per ognuna di esse c’è un villaggio per i dipendenti, una scuola, un medico, un dispensario ed un supervisore. Non un lavoro facile, che occupa otto ore al giorno, sei giorni alla settimana, le donne raccolgono a ritmo serrato i germogli e le due foglioline terminali di ogni piantina e la mettono nel sacco che portano sulle spalle e che reggono con una bretella appoggiata sulla fronte. Il tè dello Sri Lanka è tanto pregiato da essere definito “lo champagne del tè”. Tappa obbligata è Nuwara Eliya, la “città della luce” a 2000 metri di altitudine, un mix tra cultura inglese e locale, un’oasi di profumi ed aromi, con diverse piantagioni.
Al tè si aggiunge un’altra deliziosa spezia, che rende lo Sri Lanka celebre: era chiamata la “via della cannella””, una famosa rotta marittima percorsa da grandi velieri che dall’Indonesia raggiungevano le coste dell’Africa e sostavano in Sri Lanka, per riempire di cannella le loro capienti stive. Il viaggio via mare durava cinque anni tra andata e ritorno e poteva contare soltanto sulla forza motrice del monsone. Il solo nome della cannella, a quei tempi bastava a sprigionare un profumo di magia sacra e profana, a evocare balsami prodigiosi e misteriosi poteri. La cannella era più preziosa dell’oro. Un viaggio in Sri Lanka è anche questo: un percorso tra spezie, profumi e sapori antichi, che rivivono ogni giorno in un paese che cambia e si distingue per itinerari splendidi.
scopri il nostro viaggio di turismo responsabile